Carlo Zuccoli
Da www.nelrossodelluovo.com (12/12/2019 -12.02)
Carlo Zuccoli
Da www.nelrossodelluovo.com (12/12/2019 -12.02)
<<<<Non siamo tutti “stupidotti” e ignorantoni >>>>
Ho letto, su FaceBook, l’incredibile messaggio dell’Associazione del Galoppo circa la diminuzione delle giornate di corse, per l’anno 2020, per quella disciplina ippica.
Robb de matt, direbbe il buon Signor Roberto Mazzucato.
L’anno scorso quegli stessi personaggi del Galoppo gridavano al successo per aver ottenuto il premio aggiungo per i cavalli purosangue nati e allevati in Italia o assimilati tali.
Quest’anno, il movimento delle scommesse è sceso enormemente (ma quelli del Galoppo e, per la verità, anche del Trotto, amano il Totalizzatore Nazionale e soprattutto “li sordi de noantri”), gli incassi del Mipaaft sono scesi enormemente e, nonostante la “porcheria” dei 490 Milioni di Euro stanziati dal Ministro (la carica è al maschile) Bellanova, la coperta è corta, anzi cortissima.
È chiaro che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca: volete il premio aggiunto, rinunciate a 70 giornate di corse.
Non volete il premio aggiunto, torneranno le 70 giornate, sia pure decurtate, causa i motivi di cui sopra.
Ho anche letto che, trionfalisticamente, qualcuno ha pubblicato i dati circa il movimento delle scommesse a quota fissa per l’ippica nel 2019: mi pare 153 Milioni di Euro.
Detti così quei dati non significano nulla, a meno che chi l’ha riportati non sia molto ignorante in materia, cosa possibilissima.
Quello che conta è quanto il Mipaaft incasserà da quel movimento.
In Italia è entrata in vigore la GPT (Gross Profit Tax), con due aliquote, al contrario, mi pare 42% e 45%., sulle scommesse a quita fissa ippiche.
Perché all’incontrario?
Perché per i “sapientoni” ippici suggeritori del Mef chi guadagna meno deve pagare più tasse: non storcete la bocca, è proprio così.
I margini teorici lordi (non è detto che sempre ci siano) sono tassati on – line, dove quella marginalità è molto bassa, al 45%, mentre quelli che derivano dal retail business, dalle sale corse, notoriamente più alti, sono tassati al 42%.
Alcuni sprovveduti hanno difeso quel sistema di tassazione “bizzarro” affermando che per l’on – line ci sono meno spese: castroneria enorme, sono tassati gli utili lordi, non le spese.
Nel Regno Unito i bookmakers su quegli utili lordi, non sempre certi, SETTIMANALMENTE, pagano il 15% di GPT e un altro 10% come levy (ora non si chiama più così, ma fa lo stesso) per l’uso dei dati (partenti, monte, allenatori, performances, etc.).
In Italia quei 153 Milioni di Euro avranno dato un margine intorno al 10% / 12%, e su quei 15 Milioni di Euro / 18 Milioni di Euro, la tassa è tra 6 Milioni di Euro e mezzo e 7 Milioni e mezzo di Euro, ma non tutto va al Mipaaft.
Quindi parliamo di bruscolini.
L’Italia ha introdotto la GPT sulle scommesse a quota fissa ippiche con un sistema e con aliquote “bislacche”, quando nel Regno Unito, già da tempo, si parla di tornare alla tassazione sul movimento delle scommesse che, diciamo è certa, mentre quella sul margine lordo è “ballerina”, causa i risultati delle corse e quindi dei margini dei layers, dei bookmakers.
La coperta del levy è diventata corta, anzi cortissima, anche in quel Paese.
I bookmakers si fanno una concorrenza spietata tra loro, con offerte di tutti i tipi, vantaggiose per gli investitori, e questo è uno dei motivi della riduzione della marginalità per quei mercati, che servono, quasi esclusivamente, a promuovere tutti gli altri prodotti, che sono comunque attraenti.
Non ci sarà problema per i bookmakers se quella tassa sul movimento sarà fair, ma lo sarà certamente.
Tra l’altro in Italia la GPT non ha dato alcun beneficio agli investitori, perché le quote sono “tremende” e, soprattutto, sono tremende le scoperture dei bookmakers nostrani.
Naturalmente, con un prelievo del 31% sul Totalizzatore Nazionale, meglio le quote “tremende” fisse, con scoperture da “minestrari”.
Viva.
Carlo Zuccoli