La Svezia che viene da Marte e non vuole
essere compresa…
di Gimos , Giuseppe Moscuzza
Vorrei parlarvi un po’ della Svezia, un paese lontano e sterminato, che mi fu narrato per primo da un certo Golisano, boss dell’Unire che tutti noi abbiamo forse dimenticato anziché utilizzarlo come pietra di paragone. Piero un giorno mi fece un quiz. Prendi un compasso, metti una punta sulla parte più a sud della Svezia e l’altra su quella più a Nord. Secondo te se poi ruoti la punta più alta verso il sud dove arrivi? Pensai, dato che dietro la sua scrivania c’era una cartina dell’Europa, che fosse una domanda trabocchetto. Presi tempo e alla fine mi disse sorridendo: arrivi in Sicilia!
La Svezia ha una superficie grande tre volte l’Italia e una popolazione minore della Lombardia. Non poteva che aver sollecitato la mia curiosità. Metteteci che avevo passato il tempo del liceo al cinema Rialto con tutti i film di Bergman da imparare a memoria (Settimo sigillo, Persona, Posto delle fragole etc…), che a 20 anni avevo già girato tutta l’Europa e mi mancava il nord, e quando Atod Mo, fresco di nomina a cavallo dell’anno 1983, fu invitato l’anno dopo all’Elitlopp mi diedi da fare per accompagnare i Moretti e Bechicchi nella trasferta. Tutti sapevamo che non aveva la minima possibilità neppure di entrare in finale, ma la vita, quando ti offre simili chances, va pur sempre onorata. E partii.
Subito la camera dell’ albergo, la luce quasi interminabile, le spesse ante alle finestre mi diedero la sensazione di essere da un’altra parte della terra. O forse anche fuori di essa. Innanzitutto per raggiungere le docce dovevo scendere di un piano in accappatoio, attraversare la hall piena di persone con valige ed in fila, raggiungere i bagni, farmi la doccia e tornare indietro sgocciolando al piano superiore in mezzo alla gente in fila. Pensai ad un errore dell’agenzia, ma mi sbagliavo. Già nel 1984 per raggiungere il centro il taxi dovette pagare un pedaggio, all’ippodromo c’erano file per giocare la V65 già un’ora prima che aprissero i cancelli. Mi colpì un camion con un Bancomat che aveva una fila a parte. Una quantità enorme di persone con birra incorporata si presentò a Solvalla davanti ai miei occhi. Tra una corsa e l’altra non c’era l’abituale struscio, restavano tutti seduti e molti sulle sedie portate da casa. Si alzavano solo se finiva la birra per prenderne dell’altra. Avevano giocato prima di entrare e solo una piccola parte rischiava il posto per appoggiare una dritta dell’ultimo minuto.
Tornai indietro con la certezza di aver visto una realtà strana, ma non capivo ancora i limiti della originalità. Quando un paio d’anni dopo Atod Mo il primo ministro Olaf Palme fu ucciso all’uscita da un cinema dove era entrato senza la minima scorta, compresi un po’ di più di quel bellissimo paese. Marte, loro pensano di stare su Marte ed anno regole loro non scritte. Week end al contrario (dalla campagna alla città), alci per strada così pericolosi da far nascere il telefonino perchè se fori una gomma per strada può passare un mese prima che incontri un passante. Eccetera.
Per questo quando l’anno scorso il vincitore dell’ Elitlopp ha vinto correndo gli ultimi 50 metri di ambio spaccato mi sono stupito il giusto. Su Marte capita, mi sono detto. Quando la TV italiana non ha neppure sottolineato il fatto mi sono stupito al contrario di più perchè loro non vengono da Marte. Quando hanno cancellato Gocciadoro per sei mesi dalle piste perchè un suo artiere (irregolare?) aveva frustato una cavalla durante il training non mi sono stupito. Su Marte se ti vogliono far fuori come guidatore fanno finta di non sapere che al massimo eri allenatore. E sempre su Marte sono arrivati gli odiatori che hanno iniziato in rete la guerra agli italiani. In 35 anni il sovranismo becero aveva fatto in tempo ad arrivare anche su Marte, trasformando un seppur grave incidente di training nel Covid19 del trotto, all’insegna del “prima la Svezia” laddove la parola “prima” sottintende “classificata” nelle corse senza Gocciadoro che è il male assoluto. Chiudere, bisogna chiudere. Così finalmente vinciamo noi. E troviamo qualcosa per fottere pure i francesi così sarà anche meglio.
Già, ma allora perchè lasciar buono nel 2019 l’ambiatore dell’Elitlopp?
Gimos