IPPODROMO DI PADOVA ALL’ASTA IL 29 OTTOBRE, SPUNTA L’IPOTESI DELLA CORDATA
L’ippodromo Le Padovanelle di Padova andrà all’asta il 29 ottobre per 8 milioni e 392mila euro, cifra che potrebbe scoraggiare il Gruppo Coppiello, gestore fino ad oggi.
“Lotto 13 – piena proprietà di complesso immobiliare denominato ‘Ippodromo Vincenzo Stegano Breda – Le Padovanelle’, sito in Comune di Padova, quartiere Ponte di Brenta, via dell’Ippodromo n. 4 composto da pista, tribuna, locali uffici, scuderie (tra le quali la ‘scuderia centrale’ che risale ai primi anni del secolo scorso), ed altri annessi a servizio dell’impianto per una superficie coperta di mq. 12.397; il tutto insistente su un’area esclusiva di catastali mq. 141.939. occupato senza titolo”.
Recita così l’avviso di asta pubblica per la vendita dell’ippodromo le Padovanelle di Padova, annunciata lo scorso febbraio, e ora divenuta imminente dopo l’ordinanza del tribunale della città veneta sul complesso appartenente alla Fondazione Breda, da anni in amministrazione controllata.
Il prezzo di base d’asta, in base alle perizie effettuate sull’impianto è di 8 milioni e 392mila euro, oltre oneri di legge, mentre l’offerta minima per la partecipazione alla venditam ai sensi dell’art.571, II comma, Codice penale, è di 6 miioni e 294mila euro, con un rialzo minimo di 50mila euro.
Una somma consistente, che potrebbe scoraggiare il Gruppo Coppiello che ha avuto in gestione l’ippodromo fino ad oggi, e che quindi potrebbe essere richiedere l’intervento di una cordata di imprenditori capaci di metterla insieme. Il Gruppo, attraverso il coordinatore tecnico dell’impianto, Gian Andrea Capuzzo, fa infatti sapere di essere “in fase di valutazione” del da farsi.
Il termine di presentazione delle offerte è il 28 ottobre alle ore 12 mentre l’inizio della vendita è fissato per martedì 29 ottobre alle 15:30.
Secondo quanto previsto dall’art. 560 del Codice penale, gli interessati alla struttura e all’offerta d’acquisto, che devono prenotare la visita mediante il portale delle vendite pubbliche del ministero della Giustizia, “hanno diritto di esaminare i beni in vendita entro quindici giorni dalla richiesta. La richiesta è formulata mediante il portale delle vendite pubbliche e non può essere resa nota a persona diversa dal custode. La disamina dei beni si svolge con modalità idonee a garantire la riservatezza dell’identità degli interessati e ad impedire che essi abbiano contatti tra loro”.
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