Carlo Zuccoli, (01/06/2019 – 21:18)
www.nelrossodelluovo.com
:::::Pensierini della sera dopo la due giorni di Epsom::::
Londra, 01 Giugno 2019
Vorrei che per una volta chi legge queste note facesse finta di non avere avuto nessun biglietto in tasca e analizzasse le tre corse di Gruppo 1 della due giorni di Epsom serenamente.
Io qualche biglietto, sia pure di taglia ridotta, l’avevo in tasca, con fortune alterne, ma alla fine positive, sia pure di poco.
Investec Coronation Cup.
Ha vinto Defoe (IRE) (c. gr. 2014 Dalhakani), montato da Andrea Atzeni, un contro senso perché i castroni dovrebbero essere impediti a correre corse di Gruppo 1, perché al miglioramento della razza non servono.
Punto primo: Ryan Moore, in sella a Kew Gardens (IRE) (m. b. 2014 Galileo), veniva da lontano, da molto lontano e, punto secondo, Atzeni ha avuto la fortuna di trovare un varco insperato, nella parte buona della pista, ma anche l’abilità di essere al posto giusto nel momento giusto.
Fine della storia.
Investec Oaks.
Ha vinto Anapurna (GB) (f. b. 2016 Frankel) perché il Signor Ryan Moore ha commesso un errore madornale in sella alla favorita Pink Dogwood (IRE) (f. b. 2016 Camelot), muovendo un’ora prima del previsto (in running la sua quota è stata di 1,01).
Il Signor Lanfranco Dettori si è trovato al posto giusto al momento giusto, ma dovrebbe mandare un grosso mazzo di fiori al Signor Ryan Moore.
Al tondino Pink Dogwood era un’altra categoria come un’altra categoria era Kew Gardens.
E veniamo all’Investec Derby.
Come faccio semprea Epsom per questo Meeting, alla prima corsa, mi piazzo all’interno del parade ring e mi siedo su di una panchina all’ombra di un bell’albero e esamino cavallo per cavallo, corsa per corsa e scrivo i commenti sulla racing card, come del resto faccio sempre per ogni corsa, ovunque nel mondo.
Ho quasi mille race cards commentate e me ne vanto.
Anthony Van Dyck (IRE) (m. b.2016 Galileo), il cavallo più giovane della corsa (è nato l’11 Maggio del 2016) non aveva un pelo storto, era molto equilibrato, ma a mio avviso gli mancava qualche cosa, Bangkok (IRE) (m. b. 2016 Australia) era ok, ma anche lui mi sembrava carente da qualche parte, Broome (IRE) (m. b. 2016 Australia) era perfetto, molto equilibrato, molto atletico, ma se volete trovare il pelo nell’uovo, gli mancavano un paio di centimetri in altezza, ma forse con quei centimetri in più sarebbe squilibrato, Circus Maximus (IRE) (m. b. Galileo) si è beccato un bel punto interrogativo, ma era sul negativo per me, Hiroshima (GB) (m. b. Nathaniel) ha preso subito un bel no a tutto tondo, Humanitarian (USA) (m. b. 2016 Noble Mission) non è stato da me considerato e mi scuso con il suo team, Japan (GB) (m. b. 2016 Galileo) è stato da me classificato secondo, a pari merito con Broome, nel top del tondino, cavallo magnifico, montato malissimo a York, quando restò troppo lontano dal pace, Line Of Duty )IRE) (m. s.2016 Galileo), orribile, Madhmoon (IRE) (m. b. 2016 Dawn Approach), uno spettacolo, il mio pick of the paddock, Norway (IRE) (m. s. 2016 Galileo), un bel no in prima battuta, Sir Dragonet (IRE) (m. b. 2016 Camelot), un bel no meno meno senza sella, un bel no solo meno con la sella (cavallo che non soddisfa i miei canoni per un purosangue), Sovereging (IRE) (m . s. 2016 Galileo), no senza se e senza ma, Telecaster (GB) (m. b. 2016 New Approach), orribile, agitato, di tutti i colori negativi, compresa la sua forma not good enough; £ 85.000 buttate per supplementarlo mentre la stessa cifra pagata per Sir Dragonet è stata recuperata per la metà.
Ordine d’arrivo: il miglioro cavallo del giorno, quello che l’anno scorso era il cavallo da Derby per il Gruppo Coolmore, come ho scritto, ha vinto la corsa?
Ho dei dubbi.
Ci sarà la rivincita al Curragh ed io insisterò su Broome, che negli ultimi 100 metri, o giù di lì, ha volato, un po’ troppo vicino alle tribune, venendo da lontano, da molto lontano, perdendo la partenza perché lo starter ha dato il via proprio mentre il cavallo era storto nelle gabbie.
Comunque onore al merito di Anthony Van Dyck, al suo fantino e al suo entourage, che picchia duro che di più non si può.
Dal tondino ero in linea con un amico che vive in Francia e che può testimoniare i miei commenti, cavallo per cavallo.
Questo è il servizio che andrebbe fatto alla TV Italiana e che io facevo prima di essere “silurato”, per motivi non tanto misteriosi.
Tre note finali.
Sua Maestà la Regina Elisabetta II, in blue royal, ha inaugurato la statua, formato naturale, di Lester Piggott, presente alla caduta del velo: una folla disumana all’ippodromo.
Seconda nota (di merito): presente nel Queen’s Stand il CEO di Snaitech, Dr. Fabio Schiavolin, con il brillante figliolo Luca, che ha selezionato il vincitore del Derby dalla faccia del suo fantino.
Nessun altro Italiano che conta presente, perché sono tutti imparati.
Terza nota: il margine per le corse dei cavalli, per i mercati on – line, in UK, è di circa il 2,5% , e sale intorno al 10% per il retails business (le sale corse), causa tutte le offerte che ci sono (ne cito una soltanto: io ho potuto investire su Broome, vincente e piazzato (masse pari come deve essere) nei primi quattro.
Il dramma è che il GPT, che i bookmakers pagano (10%), come levy e che serve per il montepremi, si riduce sempre di più e se gli sponsors, generosissimi, se ne dovessero andare o ridurre i loro contributi, sarebbe il disastro.
Internet (con l’accento sulla seconda e) è fantastico per i consumatori, ma deleterio per i venditori tradizionali dei vari prodotti.
Anche negli ippodromi il pubblico investe con il telefonino nella maggior parte dei casi e i bookmakers are struggling: beccano sempre le manovre di hedging dei bigs, ma alla fine questo denaro non basterà più.
Le scommesse ippiche servono solo a far da traino per altri prodotti, some scrivo, da anni, inascoltato as usual.
Alla prossima.
Stay with us.
Carlo Zuccoli
Her Majesty began her day at the races by unveiling a statue of the legendary former jockey Lester Piggott. He retired in 1995 with 4,493 career wins.